Che ci faceva un biacco, una specie di serpente molto comune nel nostro territorio, nel cofano di un’auto? È quello che deve essersi chiesta la proprietaria dell’automobile, decisamente sorpresa per aver notato l’ofide introdursi nel vano motore della sua 500.
La signora, che ringraziamo per la sensibilità (non tutti lo avrebbero fatto considerando la specie…), ha prontamente segnalato all’Enpa di Monza e Brianza questa insolita presenza e sul posto è arrivata Federica, una delle nostre operatrici, che con l’aiuto di alcuni ragazzi presenti è riuscita a estrarre il biacco dal motore mettendolo in sicurezza.
Portato al rifugio, il serpente è stato curato per una grave ferita all’occhio e vari morsi che aveva sul corpo; non si esclude che, dopo essersi svegliato dal letargo invernale, abbia cercato di predare ma si sia trasformato da predatore a preda di qualche animale.
Una volta guarito è stato rimesso in libertà in una zona lontana dagli umani e vicina a fonti d’acqua.
Biacco, conosciamolo meglio
Il suo nome scientifico è Hierophis viridiflavus, ed è conosciuto anche come colubro verdegiallo. È una specie abbastanza comune in tutta Europa e anche in Italia, e può arrivare a una lunghezza di 120-140 centimetri.
Non è un serpente velenoso e, se disturbato, preferisce la fuga, mentre se si cerca di prenderlo può reagire vigorosamente, alzandosi minaccioso. È comunque un animale innocuo utilissimo all’ecosistema perché si ciba di roditori e di insetti.
Le specie presenti in Brianza
Oltre al biacco, non è raro incontrare nel territorio brianzolo il colubro liscio (Coronella austriaca), la biscia d’acqua (Natrix natrix) e il colubro di Esculapio (Elaphe longissima), chiamato anche saettone, tutte specie non velenose, anche se spesso, purtroppo, la paura ancestrale dell’uomo verso questi animali spinge alla loro ingiustificata uccisione.
Pubblicato il 2 Maggio 2023