Il 3 marzo è la Giornata Mondiale della Fauna Selvatica, ma nel nostro Paese, e soprattutto nella nostra regione, c’è poco da festeggiare. Mai come in questo periodo, infatti, la fauna selvatica è nel mirino di chi legifera e che dimostra di essere molto sensibile alle richieste dei cacciatori, evidentemente una lobby molto potente in Italia, dal momento che cercare di accaparrarsi le sue simpatie pare sia diventato l’unico scopo di alcuni politici nostrani.
Per questo motivo giovedì 2 marzo, sotto il Pirellone, sede della regione Lombardia, si è tenuto un presidio organizzato delle associazioni ambientaliste lombarde, tra cui Enpa, con l’obiettivo di mettere sotto i riflettori le minacce che incombono sulla fauna selvatica e della biodiversità nella nostra regione.
Al grido di “Vergogna, vergogna”, presenti tutte le principali sigle animaliste della Lombardia, i manifestanti hanno voluto farsi sentire.
Una lobby molto influente
Le recenti elezioni amministrative hanno ancora una volta dimostrato come i cacciatori, in realtà una minoranza della popolazione (0,5 % dei cittadini lombardi), continuino a condizionare la politica regionale. Una situazione decisamente anomala rispetto ad altre parti del mondo, dove le politiche di tutela dell’ambiente e della fauna godono di una maggior considerazione.
In Lombardia, al contrario, si ricomincia a parlare di caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti, riapertura degli impianti di uccellagione (i tristemente famosi roccoli) per arrivare addirittura all’assurda richiesta di fermare la fondamentale attività antibracconaggio dei Carabinieri Forestali in uno dei più importanti black-spot della caccia illegale del bacino del Mediterraneo, cioè le valli della provincia di Brescia e Bergamo.
I prossimi mesi saranno cruciali anche per quanto riguarda il Piano Faunistico (che non è mai stato redatto nonostante gli obblighi di Legge), per la tutela dei valichi di migrazione (mai attuata) e per la emanazione del Calendario venatorio, che già si annuncia essere un altro pacco regalo per le doppiette.
Lombardia piange, Italia non ride
Anche oltre i confini lombardi la situazione resta critica, se si pensa che il divieto di uso di munizioni in piombo su scala nazionale è stato limitato alle sole zone umide tutelate dalla Convenzione di Ramsar, non ottemperando al divieto generale per tutte le zone umide previsto dal Regolamento europeo che è entrato in vigore in questi giorni.
Ancora una volta i cacciatori condizionano il destino della fauna selvatica anche infischiandosene della salute umana (tra le 1.400 e le 7.800 tonnellate di piombo vengono rilasciate nell’ambiente durante l’attività venatoria solo nelle Zone Umide europee).
Al presidio hanno aderito Europa Verde Milano, Luca Paladini, neoeletto consigliere regionale in Lombardia con la Lista Majorino, i consiglieri del Movimento 5stelle Lombardia e le associazioni: Associazione Vittime Caccia – CABS – Circoli LEGAMBIENTE Brescia – ENPA – GAIA – GOL – Gruppo Intervento Giuridico – LAC – LAV – LEAL – LEIDAA – LIPU – PRO NATURA Lombardia – WWF Lombardia – EBN Italia.
Pubblicato il 2 Marzo 2023