Il 31 gennaio si è chiusa la stagione venatoria 2021/2022. Purtroppo, però, non cessano gli escamotage per consentire al popolo delle doppiette di imbracciare comunque i fucili, complici le regioni che violano la legge nazionale 157 del 1992, le sentenze di Tar e Corte Costituzionale e i pareri scientifici.
«Neanche gli incendi devastanti che hanno ucciso milioni di animali e distrutto habitat di fondamentale importanza per la biodiversità hanno indotto le regioni a fermare la caccia o a posticiparne l’apertura. Come ogni anno ENPA, con le altre associazioni ambientaliste e animaliste, è dovuta intervenire per fermare questo scempio».
E nella regione lombarda?
Per quanto riguarda la nostra regione, non c’è di essere orgogliosi: la Lombardia, infatti, è stata bocciata dal Tar regionale per aver consentito calendari illegittimi, calpestando le indicazioni del Ministero dell’Ambiente, dell’Ispra e dell’Unione Europea.
«Ogni anno – continua ENPA – mentre la crisi del Pianeta, con i cambiamenti climatici, la cementificazione, l’inquinamento e la distruzione degli habitat, avanza, regioni e politici elargiscono favori alla caccia, alimentati dall’allarmismo sulla fauna selvatica, con concessioni palesemente illegittime e fotocopia di quelle già bocciate dalla Giustizia, il tutto per non perdere una manciata di consensi. Ci auguriamo che amministratori e funzionari paghino finalmente di tasca loro gli abusi perpetrati nel corso degli anni. Invitiamo le istituzioni a rispettare la legge nazionale 157/1992, mai applicata nella sua interezza ma che il fronte pro caccia vorrebbe stravolgere, cominciando dalla gestione faunistica, attualmente caratterizzata dallo sparo libero e svuotata dei contenuti scientifici e priva di metodi ecologici.»
Peste suina, altro regalo ai cacciatori
Ci voleva la peste suina. E così Coldiretti e Regione Lombardia hanno deciso di intensificare la caccia al cinghiale (ricordiamo che nel triennio 2019-2021 sono stati sterminati quasi 30.000 capi). La nostra regione inoltre, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi che ha del tutto ignorato i piani di contenimento proposti dall’Ispra, ha approvato una delibera che autorizza i contadini al controllo selettivo degli ungulati, considerati tra l’altro i principali vettori della peste suina. Gli agricoltori che subiranno danni, quindi, potranno indicare due operatori abilitati per uccidere i cinghiali che arriveranno sui loro terreni.
È davvero “colpa” dei cinghiali?
Ma sono davvero i cinghiali i responsabili della comparsa della peste suina? Stando agli esperti dell’Ispra sembrerebbe proprio di no: la comparsa del virus è totalmente indipendente dalle densità di cinghiale. Le popolazioni di cinghiale infette più vicine all’Italia vivono a diverse centinaia di km di distanza. La comparsa dell’infezione nel cinghiale in Piemonte e Liguria è sicuramente dovuta all’inconsapevole introduzione del virus da parte dell’uomo.
Un parere del tutto ignorato: troppo ghiotta l’occasione di fare ai cacciatori l’ennesimo regalo.
Pubblicato il 03 Febbraio 2022