Una famigliola di cinghiali – una femmina in allattamento e tre cuccioli – che non dava fastidio a nessuno, è stata massacrata giovedì 5 agosto nelle campagne di Cunardo, in provincia di Varese. Se ne sono accorti alcuni abitanti del luogo, che hanno documentato la strage, filmando le carcasse della scrofa e di tre dei cinque cinghialini che la seguivano, freddati su un campo a fieno, vicinissimi alla strada ciclabile. Altri due cuccioli sarebbero fuggiti.
L’orribile gesto è oggetto di una lettera-esposto alla Procura di Varese, ai Carabinieri Forestali, alla Polizia Provinciale e alla polizia comunale, firmata da Enpa, Gaia, Lac, Lav, Legambiente, Leidaa, Lipu, Lndc, Oipa, Pronatura, Wwf Italia e dall’associazione Rifugio Miletta, che per prima ha diffuso il video. Nel testo si segnala alle Autorità la “palese violazione” della legge nazionale e di specifiche normative regionali. In particolare, afferma l’esposto, non sono state rispettate le distanze minime di sparo da abitazioni e strade, anche con riferimento al tipo di arma utilizzata, e la traiettoria degli spari era indubbiamente pericolosa.
Ad aprire il fuoco con una carabina, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato un agente della Polizia Municipale su richiesta del conduttore del fondo, “per alcune grufolate di minima entità”. Dopo gli spari, alle proteste delle persone presenti, l’agente si sarebbe allontanato lasciando i corpi degli animali incustoditi. In quel momento è stato realizzato il video e sono stati chiamati Carabinieri e Sindaco del paese.
Le associazioni chiedono alle Autorità competenti “di disporre gli opportuni accertamenti in relazione ai fatti esposti, mediante sequestro delle carcasse degli animali, esame autoptico ed esame balistico (se ancora possibili), valutando anche l’eventuale configurazione del delitto di uccisione di animale, ex art. 544 bis del Codice Penale avendo l’autore del fatto, con crudeltà e senza necessità, in violazione della normativa speciale sopra indicata, abbattuto cinghiali, in specie una madre e tre cuccioli che facilmente avrebbero potuto essere allontanati“.
Il video, girato da alcuni abitanti del luogo, è stato diffuso sui social, dapprima sul profilo Instagram dell’Associazione Rifugio Miletta, e riportato su diverse testate online e può essere visionato qui sotto.
Pubblicato il 9 agosto 2021