La bella notizia arriva da Italian Horse Protection (IHP, associazione che opera sul territorio nazionale per la tutela dei cavalli e degli altri equidi, contrastandone lo sfruttamento e promuovendo il riconoscimento e il rispetto dei loro diritti e bisogni etologici). Si tratta sicuramente di un’encomiabile decisione che l’Italia dovrebbe imitare: dal 29 luglio in Grecia è vietata la macellazione dei cavalli e quindi, come per i cani e i gatti, il loro uso nella produzione di carne, pellame, medicinali e prodotti vari.
Questa storica notizia è il risultato di un lungo lavoro delle associazioni Hellenic Animal Welfare Federation e Ippothesis che, nel contesto dell’emergenza COVID-19 e degli scandali della carne equina con i relativi pericoli per la salute umana, sono riuscite prima a fare pressione sul ministro dell’agricoltura e poi a ottenere il favore del parlamento ellenico.
L’emendamento è contenuto nella legge 4711 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale greca il 29 luglio 2020 che all’art. 17 recita: “È vietato l’allevamento e l’utilizzo di animali per i combattimenti e per le attività correlate. È vietato altresì allevare e utilizzare cani, gatti e cavalli per la produzione di pellicce, cuoio, carne o per la fabbricazione di medicinali o altre sostanze.”
In Grecia, per cultura, non si mangia carne di cavallo e non esistono mattatoi autorizzati per la sua macellazione; c’è stato però un preoccupante aumento di macellazioni illegali e già si iniziava a parlare di concedere autorizzazioni per mattatoi equini. Grazie a questo bando, ciò non sarà possibile.
La situazione in Italia
Sonny Richichi, presidente IHP, è felicissimo della cosa, aggiungendo che «anche in Italia puntiamo a un obiettivo simile, sebbene partiamo da una situazione completamente diversa: da noi, a differenza della Grecia, c’è un grande consumo di carne di cavallo. Il nostro cammino sarà molto più arduo, visti gli enormi interessi in gioco, ma siamo fortemente determinati.»
Consumo in calo ma sempre elevato
Sebbene negli ultimi dieci anni il consumo di carne di cavallo in Italia sia nettamente diminuito, secondo i dati Istat nel 2018 sono stati macellati più di 20mila esemplari e importato 27.647 tonnellate di carni equine. La maggior parte della carne di cavallo proviene dall’estero, in particolare da Argentina, Uruguay e Canada.
Ma la carne di cavallo fa sempre bene, come sostengono alcuni? È bene ricordare che a fronte di macellazioni legali, molta carne di cavallo importata in Italia arriva senza controlli e con gravi maltrattamenti agli animali. Le carni equine provenienti dai cavalli da corsa possono contenere, ad esempio, residui di farmaci e droghe non ammessi nelle carni destinate al consumo umano, senza contare la possibilità di gravi contaminazioni dal momento che in questo caso le pratiche di macellazione non rispettano le più elementari norme igienico-sanitarie.
È di appena un mese fa lo scandalo che ha coinvolto l’Unione Europea, che importa dall’Australia carne di cavalli che per oltre il 50% provengono dall’ippica. In Australia non esiste anagrafe né tracciabilità e quindi neanche un valido sistema di controllo sul benessere e sulla sicurezza delle carni di animali che subiscono torture e maltrattamenti fuori e dentro il mattatoio.
Nelle foto, cavalli salvati da ENPA Monza e Brianza
Pubblicato il 5 agosto 2020