Ennesimo regalo ai cacciatori lombardi: l’ultimo “cadeau” è stata la mancata impugnazione del Governo, nel corso del Consiglio dei Ministro riunito il 14 luglio 2022, della Legge regionale lombarda n.12, che permetterà agli esercizi commerciali lombardi di vendere uccelli selvatici morti.
Il 24 giugno 2022 il MITE (Ministero della Transizione Ecologica) aveva inviato alla Regione Lombardia comunicazione sulla Legge n.12 osservando che le disposizioni previste “appaiono costituzionalmente illegittime, in quanto contrastanti con gli standard di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema posti dal legislatore statale nell’esercizio della competenza esclusiva ex art. 117, comma 2, lett. s), Cost., in materia, rispettivamente, di protezione della fauna selvatica omeoterma e di prelievo”
Rilevava inoltre che “È importante al riguardo ricordare, in tal contesto, che nelle Province lombarde sono stati commessi in passato un elevato numero di illeciti per quanto riguarda la cattura e l’abbattimento di piccola selvaggina e prelievo di nidiacei da utilizzare, come richiami vivi, durante le cacce di appostamento, in particolare passeriformi.”
Appare quindi incredibile che nonostante le palesi violazioni della normativa statale e comunitaria e la dettagliata disamina del MITE, il Governo abbia deciso di non impugnare la “Legge Salva Spiedo”, decisione che porterà senza alcun dubbio all’aumento del bracconaggio e del prelievo di uccelli selvatici, violando palesemente i principi contenuti della Direttiva Uccelli.
La cessione a titolo gratuito di una piccola quantità di uccelli selvatici uccisi da ciascun cacciatore è una panzana: in realtà si creerà un enorme mercato nero con il pagamento sottobanco degli uccelli ceduti.
Una strage infinita
In Lombardia tra il 2002 e il 2019 sono stati uccisi e annotati sul Tesserino venatorio 38.766.030 uccelli, cioè una media di 2 milioni all’anno. A questo incredibile numero vanno aggiunti tutti gli uccelli non annotati (una delle violazioni più frequenti) e tutti gli uccelli uccisi illegalmente perché appartenenti a specie protette o perché catturati con mezzi vietati (reti, archetti ecc); si stima l’uccisione di 600.000 uccelli protetti nelle sole valli bresciane.
Come evidenzia lo stesso Ministero della Transizione, la Legge n.12 “non sembra fornire adeguati strumenti per impedire che i ristoratori vendano uccelli di provenienza illecita”.
Assistiamo ancora una volta a una legge della Regione Lombardia che in materia venatoria semina confusione, il tutto per aggirare le norme nazionali e internazionali e favorire ancora una volta la lobby delle doppiette.
La risposta delle associazioni animaliste e ambientaliste
Se da una parte la Legge norma la cessione gratuita di uccelli da parte dei cacciatori, dall’altra non può certo abrogare il divieto di vendere, detenere per vendere uccelli al di fuori delle specie previste dall’art. 21 comma 1 lettera bb della Legge 157/92, che ovviamente permane, e la cui violazione costituisce reato (art. 30 comma 1 lettera l della Legge 157/92) prevedendo l’arresto da due a sei mesi l’ammenda da euro 516,00 a euro 2.065,00.
Pertanto ristoratori e altri esercizi commerciali che decideranno di preparare lo spiedo o vendere uccelli selvatici morti, si preparino ad affrontare processi e a pagare gli avvocati per la loro difesa.
Le associazioni (Associazione Vittime Caccia, CABS, Circoli Legambiente Brescia, ENPA , GAIA, GOL, Gruppo Intervento Giuridico, LAC, LAV, LEAL, LEIDAA, PRO NATURA Lombardia, WWF Lombardia) sono già al lavoro per preparare una denuncia alla Commissione Europea, certe che questo folle regalo del Governo costerà caro all’Italia e agli italiani.
Per leggere il Comunicato Stampa congiunto delle associazioni del 16/07/2022, clicca qui.
Pubblicato il 16 luglio 2022